Scalo turistico, la mossa di Go Imperia, nel mirino i proprietari di posti barca
Non si è ancora sopita l’eco della sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte di appello di Torino per la presunta truffa nella costruzione del porto turistico di Imperia, che, sempre sul bacino, fioccano nuovi avvisi di garanzia. Questa volta le indagini della Procura imperiese sono legate all’ipotesi di reato di occupazione abusiva di area demaniale per 89 soggetti che utilizzano gli ormeggi senza aver sottoscritto il contratto proposto dalla società comunale Go Imperia che gestisce lo scalo.
La vicenda dei posti barca si trascina da oltre un anno. Da quando la Go Imperia aveva predisposto un nuovo contratto per la gestione degli ormeggi e lo aveva sottoposto a coloro che occupano gli spazi all’interno del bacino. In molti e in particolare gli associati all’Appi, Associazione titolari posti barca, avevano contestato il contratto e i canoni di Go Imperia, evidenziando le carenze tuttora presenti nello scalo turistico e ricordando che chi aveva acquistato gli ormeggi aveva investito nel porto ed era fra le vittime del disastro che si era generato anche a livello giudiziario. Dal canto suo, la società comunale ha sempre sostenuto che chi occupa uno spazio, oltretutto demaniale, all’interno del porto non può farlo senza almeno concorre alle spese di mantenimento della struttura.
Proprio gli associati Appi rappresentano la maggioranza degli attuali indagati: 84 su 89. E il sodalizio si è già attivato con i suoi legali per parare il nuovo colpo e sostenere le persone coinvolte in questo nuovo capitolo giudiziario che cala sul già martoriato porto turistico imperiese. L’Appi ha anche inviato una lettera in questo senso agli associati, in molti casi anticipando persino la consegna dell’avviso di garanzia da parte degli uffici giudiziari del Tribunale di Imperia.
Una vicenda simile in passato si era registrata anche ai tempi della Porto di Imperia Spa gestita dall’amministratore unico Giuseppe Argirò. La differenza è che Argirò aveva agito su un piano di giustizia civile, subissando i titolari di ormeggi di ingiunzioni di pagamento. La Go Imperia ha invece fatto un «salto di qualità», segnalando alla Procura, quindi in sede di giustizia penale, l’ipotesi di reato di occupazione abusiva di suolo demaniale. Da qui la nuova inchiesta.
Come per tutte le vicende legate al porto, il contenzioso non è semplice. Infatti mentre in passato veniva contestato il mancato pagamento dei canoni relativi alle spese di gestione del porto, quali fornitura di acqua, energia elettrica e servizio ormeggiatori, con l’arrivo della Go Imperia è stato stilato un nuovo contratto. E molti titolari di ormeggi hanno scelto di non firmarlo anche per la paura di perdere diritti acquisiti, non sapendo come si sarebbe conclusa la vicenda giudiziaria sulla presunta truffa e quali ulteriori ripercussioni avrebbero potuto esservi. Un dubbio che oggi, dopo l’assoluzione proclamata a Torino, è ancor più forte di ieri.
Anche se va detto che le eventuali «ripercussioni» non potranno certamente registrarsi nell’arco di poco tempo e Go Imperia, per non rischiare pesanti contraccolpi sul bilancio, non può fare a meno di incassare i canoni da chi usufruisce dei posti barca presenti nello scalo.