Porto di Imperia, sentenza fotocopia: tutti assolti in Appello
Torino – Truffa nella costruzione del porto di Imperia? «Il fatto non sussiste». Quanto già sancito nella sentenza di primo grado è stato ribadito ieri nell’ultima udienza dell’Appello al Tribunale di Torino. La Corte ha assolto tutti gli imputati e questa verosimilmente potrà essere la parola «fine» sulla vicenda del bacino turistico imperiese. Ben difficilmente infatti il procuratore Giancarlo Avenati Bassi presenterà istanza in Cassazione e qualora dovesse farlo subentrerebbero i termini di prescrizione.
Dal processo era stato già escluso Gianfranco Carli, già presidente della Porto di Imperia Spa, per il quale fin dal primo grado lo stesso procuratore aveva chiesto l’assoluzione. Ridotta a sei mesi l’unica condanna, già inflitta in primo grado a Andrea Gotti Lega, già nel Cda di Acqua Marcia e Porto Spa, relativa al fatto che, a causa di una vecchia condanna, non avrebbe potuto essere nel Cda di una società. Pienamente assolti l’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone, che era alla guida del Gruppo Acqua Marcia, che, con la collegata Acquamare, avrebbe dovuto realizzare il bacino, rimasto incompiuto; Domenico Gandolfo, in passato presidente della Porto di Imperia Spa, di cui è socio anche il Comune; Stefano Degl’Innocenti; Delia Merlonghi, ex amministratore delegato di Acquamare Srl; Carlo Conti, che ricopriva il ruolo di direttore generale della Porto di Imperia Spa e Paolo Calzia che ricoprì il duplice incarico di presidente della Porto Spa e di direttore generale del Comune.
Paolo Calzia ha visto anche prescritto il reato di occupazione abusiva di suolo demaniale, legato alla montagna di terra depositata all’ingresso del nuovo bacino. Assoluzione anche per l’ex dirigente dell’Urbanistica del Comune, Ilvo Calzia, che era accusato di abuso d’ufficio per la questione della mancata riscossione delle fideiussioni sulle opere pubbliche mancanti nel nuovo bacino, poi di recente riscosse dal Comune. E assoluzione per l’architetto Emilio Morasso, progettista del nuovo porto, accusato di falso.
A presentare il ricorso in Corte d’Appello, oltre al procuratore Giancarlo Avenati Bassi, erano stati anche l’Appi, Associazione dei titolari di posti barca dello scalo turistico e il Comune di Imperia.
Il procuratore Bassi aveva chiesto sei anni di reclusione e 2000 euro di multa per Caltagirone; un anno e mezzo per Delia Merlonghi; 4 anni e 1.500 euro per Andrea Gotti Lega; 3 anni e mille euro per Carlo Conti; 2 anni e mezzo e mille euro per Stefano Degl’Innocenti; un anno e 4 mesi e 800 euro per Paolo Calzia; un anno per il progettista Emilio Morasso. E aveva indicato la prescrizione per Ilvo Calzia e per Domenico Gandolfo. Ma i giudici nella tarda mattinata di ieri, dopo circa due ore di Camera di consiglio, hanno respinto in toto la tesi accusatoria, confermando in sostanza la sentenza emessa in primo grado.
Per conoscere nei particolari la posizione e il convincimento dei giudici di Appello bisognerà comunque ancora attendere il deposito delle motivazioni della sentenza emessa ieri mattina. E per questo ci vorrà forse oltre un mese. Sul porto turistico imperiese, comunque, pendono ancora la decisione della Cassazione per il ricorso contro l’annullamento del fallimento della porto Spa, disposto in Appello; il ricorso al Consiglio di Stato contro la decadenza della concessione per la Spa, disposta dal Comune e un procedimento alla Commissione tributaria provinciale per contestazioni di natura fiscale rivolte sempre alla Porto Spa.